Περιγραφή
Traduzione di Viviana Sebastio
Introduzione di Vinicio Capossela
Il rebetiko è un genere di musica popolare urbana, espressione autentica di una cultura che nasce in Grecia nel passaggio dalla vita rurale a quella cittadina, nella prima metà del Novecento. I suoi protagonisti, i cosiddetti rebetes, vivono ai margini, nei porti e nei sobborghi, tra taverne e fumerie, nel disprezzo della «buona società». Cantano la vita dei bassifondi, gli amori, le ingiustizie, l’espatrio, la galera, i sogni infranti, delineando un cosmo dal profondo contenuto umano.
Tutt’oggi cantato e suonato anche dalle nuove generazioni, il rebetiko è entrato a far parte, nel 2017, del Patrimonio Culturale Immateriale UNESCO, per la sua unicità e il «forte carattere simbolico, ideologico e artistico».
Il presente volume raccoglie 53 brani del repertorio rebetiko classico (con testo greco a fronte), due saggi, un glossario, come pure otto spartiti di altrettante canzoni.
«La prima impressione fu quella di una mareggiata. Tutti cantavano. I versi affioravano alle labbra mentre intanto si accompagnava lentamente la musica al cibo. Si fumava anche molto. Tutti conoscevano i pezzi. I musicisti non stavano sul podio, ma su una bassa pedana. Stavano lì per accompagnare la sala…».
― Dall’introduzione di Vinicio Capossela
La canzone rebetika nasce e si sviluppa nelle città greche della prima metà del XX secolo. Accompagnata solitamente da danze, è un genere di canzone popolare che racconta le condizioni di vita e le sofferenze dei cosiddetti rebetes, che vivono ai margini della società. Le origini del rebetiko risalgono verosimilmente a metà Ottocento, alle canzoni dei bassifondi dell’epoca, spesso collegate all’ambiente carcerario. I suoi brani narrano la gioia e la speranza ma anche i sogni vani, le pene d’amore presenti e passate, le ingiustizie e la ribellione – seppur una ribellione stoica, non rivoluzionaria.
Il rebetiko (si pronuncia rebètiko) mescola molteplici influenze, provenienti dal canto religioso, dalla poesia orale del tardo impero bizantino, dalla canzone folklorica della Grecia isolana e continentale, ma anche dalle tradizioni musicali del Vicino Oriente, a cominciare dall’Anatolia (l’odierna Turchia), e dalle serenate delle isole Ionie – a loro volta fortemente influenzate dalla musica italiana. A partire dal 1922, la canzone rebetika beneficia del rilevante apporto dei talentuosi musicisti greci arrivati come rifugiati dall’Anatolia, in seguito ai tragici eventi della Grande catastrofe.
In principio il rebetiko, come anche il blues, il tango e il fado, deve confrontarsi con la disapprovazione delle élite. Nel corso degli anni, tuttavia, riesce a svilupparsi e ad affermarsi, confermandosi espressione autentica dell’animo e delle aspirazioni del popolo greco – tanto in Grecia quanto nella diaspora – a prescindere da ogni considerazione di stampo sociale.
Nel 2017, l’UNESCO ha inserito il rebetiko nella «Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità».